Mattarella, tre indizi non fanno una prova ma… fanno ben sperare
L’avvio della presidenza Mattarella è stato segnato da tre indizi di comportamenti presidenziali che lasciano francamente ben sperare.
- L’arrivo a Palermo per la consueta privatissima visita al cimitero dove riposa la moglie amatissima su volo di linea. I passeggeri increduli, la stampa pure, i quirinalisti attoniti. Messaggio composto e neppure divulgato. La vera divulgazione è nel gesto in se stesso.
- Apertura del Quirinale tutti i giorni ai visitatori. Anche qui esempio di moderazione attenta, non si abbandona il Quirinale ma lo si apre tutti i giorni e si “invita” gli uffici ad arretrare di qualcuna delle 1200 stanze del palazzo.
- La scelta del segretario generale. Gli esperti di Quirinale avevano fatto altri nomi. Il Presidente ha scelto Ugo Zampetti già segretario generale della Camera dei Deputati. Cosi facendo si è mosso in piena autonomia concettuale nei confronti della vulgata del presidente del Consiglio che sembra voler rottamare tutto e tutti. Ha ribadito in buona sostanza che competenza, intelligenza e saggezza non hanno età e questo essere il suo metro di paragone.
Se il metro di valutazione può apparire diverso da quello di Renzi, assoluto è invece il rispetto delle norme (volute da questo Governo ndr), infatti il segretario generale prescelto lavorerà senza compenso alcuno. Con il che il Presidente della Repubblica ha colto due obiettivi: ha scelto una persona competente e ha fatto risparmiare allo stato diverse centinaia di migliaia di euro.
Come inizio non c’è che dire: niente male.