La sconfitta di Obama

07 Nov
7 Novembre 2014

usa-obama

La sconfitta di Obama è stata netta, senza attenuanti, devastante.

Cerchiamo allora di comprenderne le ragioni.

  1. Tutti ma in particolare noi occidentali ci siamo aspettati troppo dalla presidenza Obama. Dopo la triste e crepuscolare presidenza Bush, il sogno americano sembrava rivivere nella luce calda di questa avvenente coppia afroamericana. E forse Obama non è stato all’altezza dei sogni che aveva generato.
  2. Quattro fattori tecnici: A) le elezioni di medio termine favoriscono sempre il partito all’opposizione della Casa Bianca. B) Il flusso di aiuti che il partito repubblicano ha avuto non si era mai veduto in elezioni di questo tipo. C) i candidati repubblicani sono stati studiati alla perfezione: sembravano democratici moderati e portavano con sé una voglia di fare ed un giovane entusiasmo che ha trascinato gli indecisi. D) La riforma sanitaria è stata sabotata con tutta evidenza dall’interno ed a questo si sono aggiunti colossali errori nella impostazione informatica.
  3. In Libia e con l’islamismo armato l’amministrazione è apparsa balbettante e invece di guidare l’Europa ha sbandato insieme al fedele alleato.

Detto tutto ciò Obama ha portato a casa tre grandi risultati che per mera sfortuna non gli vengono riconosciuti. A) La riforma sanitaria dalla quale indietro completamente non si tornerà più. B) L’eliminazione di Bin Laden con tutto quello che ciò ha comportato a livello psicologico nei governi del mondo ed in particolare in quelli arabi. C) L’indiscutibile andamento positivo dell’economia americana, con centinaia di migliaia di posti di lavoro creati. Ma, ironia della sorte, mentre in tutto il mondo le elezioni vengono decise dallo stato dell’economia dei singoli paesi, in America questa volta la popolazione non ha realizzato fino in fondo la portata positiva dell’andamento dell’economia statunitense.

Obama ha due anni davanti a sé per dimostrare che le luci di speranza accese nel mondo sei anni fa con la sua elezione non sono spente ed avevano un ragione di essere.

Online il Volume storico del Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba – Raffaello Brignetti

06 Nov
6 Novembre 2014

copertina-libro-premioAlla metà degli anni ‘80 il grande letterato Geno Pampaloni mi convocò alla Facoltà di Lettere di Firenze e tra il serio e l’ironico mi chiese se avessi potuto trovare un milioncino per mantenere in vita il premio.

Le affettuose sollecitazioni di Giancarlo Castelvecchi colto pittore elbano e l’ironica richiesta di aiuto letterario di Pampaloni, mi convinsero all’istante.

Nacque cosi per me un binomio inscindibile tra l’Elba, Portoferraio e una innata curiosità per i libri e le storie belle. Sono passati quasi trent’anni e poiché riteniamo indispensabili per le giovani generazioni il valore della memoria, vogliamo contribuire alla stessa con queste piccole noticine che, se vogliamo in modo un po’ burocratico, raccontano comunque la storia di un premio letterario silente, angusto e grande.

Alberto Brandani, Presidente Giuria Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba “Raffaello Brignetti”

P.S.: mi sono forse dimenticato di indicare la cosa più importante, sul Sito del Premio Letterario, per la prima volta online dopo le due pubblicazioni cartacee, è possibile sfogliare il volume frutto di un accurato lavoro di ricerca storica.

Il viandante di Pienza

31 Ott
31 Ottobre 2014

paolo-mettelNel centenario della nascita di Luzi è giusto ricordare Paolo Mettel, infaticabile bibliofilo e viandante della cultura migliore.

Alberto Brandani

Bersani non avrà smacchiato il giaguaro, ma…

30 Ott
30 Ottobre 2014

Pier Luigi Bersani non avrà smacchiato il giaguaro, ma resta una persona veramente perbene. Si veda l’intervista di ieri da Lilli Gruber

Pienza, la grande bellezza

20 Ott
20 Ottobre 2014

pienza04Ieri il viandante che passeggiava nel Viale Santa Caterina vedeva la Val d’Orcia in tutto il suo splendore. Tutti la dovrebbero visitare.

Il secolo di Mario Luzi 1914-2014. Convegno a Roma mercoledì 22 ottobre

16 Ott
16 Ottobre 2014

INVITO_ROMA_22.10.2014_Ass. Mendrisio Mario Luzi(1)

La Fondazione Formiche ed il Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba–Raffaello Brignetti, nella loro qualità di membri del Comitato d’Onore per il centenario della nascita di Mario Luzi, sono lieti di invitarLa al convegno “Il secolo di Mario Luzi 1914-2014”. L’appuntamento è per Mercoledì 22 ottobre, alle h. 16,30, a Roma nella Sala Capitolare, presso il Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva (Piazza della Minerva 30).

Si avverte, come già ricordato, che l’accesso è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.

L’inedito di Mario Luzi. Se l’ispirazione viene da Levante

16 Ott
16 Ottobre 2014

Luzi abitava da sempre in un piccolo appartamento di Via Bellariva 20, a Firenze. Piccolo e stipato di libri, il poeta lo viveva in modo molto sobrio. Grande, molto grande il terrazzo con una vista panoramica straordinaria. Il luogo dove il poeta passeggiava mentre scriveva e meditava.

MARIO LUZI
mario-luziDalla mia terrazza che ha una veduta periscopica quasi completa sui tetti di Firenze e sui dintorni orientali lo sguardo corre ogni mattina verso il monte dell’Incontro. E’ in lontananza una massa compatta eppure trascolorante e lieve. Da quella parte viene il giorno e discende l’Arno. Ma dietro si estende una regione fervida e invitante. Quello che i miei amici georgofili o chi per loro chiamano “il levante fiorentino”, è là. Si tratta di un paese sobrio e domestico. Essi regalano quel nome splendido e immaginoso a una terra a cui il lavoro oculato, la sapienza agricola e la saggezza amministrativa dei proprietari e dei contadini ha conferito un aspetto di fondamentale equilibrio e di parsimoniosa bellezza rustica.

Conoscevo più che altro di passaggio questo territorio, lo attraversavo o lo rasentavo andando verso Ronta, Dicomano, la parte orientale del Mugello oppure verso Poppi e il Casentino o anche entrando nel Valdarno per la vecchia via aretina … Solo in anni recenti l’ospitalità che trovo in una bella casa sulle alture di Rosano mi ha aperto una conoscenza più vasta di quella parte. La veduta che si stringe sul poggio dov’è edificata si apre azzurra e solare oppure celeste e innevata in lontananza sul Pratomagno o segue la linea di fuga risalendo la valle superiore dell’Arno. Beh, non mi ero mai fermato a lungo in quei borghi e in quelle campagne per cui ero passato tante volte e che ora vedevo dall’alto coordinati gli uni con gli altri, ben situati nella armonia di poggiate e di fondovalli. Li avevo poco frequentati Rignano, Reggello, la Rufina. Ma ero vissuto ugualmente nella rassicurante certezza che essi ci fossero e che fossero parte della terra fiorentina.

Del resto mi accadeva talvolta di fermarmi a goderne la vista dalla curva elevata di qualche strada o dal treno che l’attraversava sul vecchio e sul nuovo tracciato della linea. Variava secondo l’occasione ma era sempre un’immagine luminosa che riassumeva tanta realtà viva, fattiva.

A Pontassieve, per esempio, ero stato la prima volta con Leone Traverso, accompagnavamo in macchina – era, mi sembra, il 1936 – un nostro amico avvocato di quelli che secondo la giuliva ironia di Traverso staccava i pendagli dalla forca, a perorare in pretura. Ma ci sono tornato in circostanze più goderecce con Enrico Vallecchi e la sua brigata a qualcuna delle rinomate trattorie; ci sono passato per la Consuma, per Vallombrosa: e poi per visitare in ospedale mia moglie, vittima di un leggero incidente. Tante sono state le occasioni di costeggiare l’Arno e la Sieve specialmente dove confluiscono. E’ davvero un ganglio del corpo fiorentino dove pare metta le ali.

Il “levante fiorentino” è davvero un’espressione felice e che si presta a coprire i principali significati della vitalità: l’economia del Valdarno, la viticoltura di Pomino, le fornaci, le carpenterie, l’artigianato vario, le industrie leggere, ma anche le origini di Masaccio, di Piero e, perché no, del Sor Ardengo (Soffici), di Venturino Venturi: e i monasteri famosi o oscuri, le dispute umanistiche, le assemblee di categorie, le assise e le cerimonie musicali di oggi. Di là dall’Incontro.
Dentro o vicino il “levante fiorentino”.