4 Gennaio 2014
Ripubblichiamo l’articolo di Michele Arnese pubblicato da ItaliaOggi del 4 gennaio:
A Siena continuano a succedere fatti inverecondi. E non stiamo solo parlando dell’esito dell’assemblea di Mps, che ha bocciato il piano per un aumento di capitale a gennaio predisposto dal presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato, Fabrizio Viola.
È passata, come abbiamo rimarcato in maniera critica e perplessa, la linea della Fondazione Mps presieduta da Antonella Mansi che non volendo diluirsi, e tentando un accordo con altre fondazioni o partner, ha bisogno di ulteriore tempo.
Ma come abbiamo sottolineato ci sono diverse, e robuste, controindicazioni alla scelta compiuta dall’assemblea: i costi degli interessi da pagare sui Monti bond, la ricostituzione aleatoria del consorzio di garanzia, il prossimo affastellarsi di altri aumenti di capitale bancari in Europa, oltre alla figura barbina fatta fare a un vertice credibile come il duo Profumo-Viola.
Per questo si condivide in toto il commento tanto succinto quanto inequivocabile del presidente della Fondazione Formiche, Alberto Brandani, secondo cui le eventuali dimissioni di Profumo e Viola sarebbero una sciagura per il Monte. Brandani, che è diplomatico, ha scritto “danno certo per Mps”; un eufemismo per dire in realtà una sciagura.
Ma le sciagure si stanno già palesando. Un esempio? L’esimio ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che da quando non ha responsabilità governative sovente si lancia invettive degne di miglior causa. Due giorni fa, in un’intervista al quotidiano l’Unità, Visco è arrivato a dire, prima di auspicare una nazionalizzazione chiesta anche dal liberista Oscar Giannino, che la banca è “tecnicamente fallita“. Ohibò.
Peccato che una banca tecnicamente fallita non avrebbe potuto sottoscrivere i Monti Bond e non avrebbe potuto costituire un consorzio di garanzia per l’aumento di capitale e molto altro. Per questo la sortita di Visco, tecnico da anni diventato politico, è molto politica e per nulla tecnica. Evidentemente con queste sparate ci si sottrae a critiche o auto critiche sulla gestione degli ultimi anni del Monte a cura del duo Mancini-Mussari.
Un altro esempio di sciagura è vedere immortalato felicemente a cavallo l’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, in un servizio su Sette. “Lui a cavallo, noi a piedi”, mormora qualcuno a Siena.