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Il Prof. Alberto Brandani presenta: “Broken” di Don Winslow
Pubblicato su “La Freccia”, settembre 2020
Don Winslow è autore di romanzi che hanno appassionato legioni di lettori in tutto il mondo, dalla trilogia sul cartello di Sinaloa a questo nuovo e riuscito esperimento di sei romanzi. Iscrivendosi cosĂŹ, anche lui, al club di autori di racconti brevi in cui, a nostro avviso, spiccano i 49 di Ernest Hemingway e quelli dellâOhio di Sherwood Anderson. Broken in inglese significa rotto, spezzato. Ă un verbo forte, di pronuncia aspra, quasi onomatopeico, che vuol significare al lettore: ÂŤQui è tutto rotto!Âť. Il filo che unisce i sei racconti è proprio questo: ÂŤNon è importante come entri in questo mondo, comunque ci entri, ne uscirai spezzatoÂť. Winslow parla sempre degli stessi temi perchĂŠ vive lĂŹ, tra il Texas e il Messico, e sa bene che i suoi personaggi sono corrotti, vendicativi e traditori magari destinati a redenzione, ma non câè pietĂ neppure per i redenti. Ognuno dei romanzi descrive le stazioni di una sorta di Via Crucis del crimine: truffatori spregevoli e poliziotti non certo integerrimi, cacciatori di taglie e fuggitivi, uomini che cercano di salvare vite fuori e dentro il loro lavoro senza regole, in un clima cupo, di infernale e dantesca memoria. Winslow, che è stato investigatore privato, regista e attore, ma anche un ottimo surfista, nonchĂŠ giornalista dâinchiesta sui cartelli della droga, mostra al lettore come la sua America sia ora spezzata e confusa. Il suo stile adrenalinico tiene incollati alle pagine, fa tremare e sorridere, commuovere e riflettere. Nella catena dei racconti inserisce con abilitĂ personaggi che hanno giĂ animato i precedenti romanzi, senza storpiarne la profonda ingenuitĂ e lâumanitĂ che emerge sempre e nonostante tutto.
Impareggiabile il cameo di Frankie, protagonista del suo grande romanzo Lâinverno di Frankie Machine, che compare incastonato in Paradise, brillante di luce propria. Lâautore ci fa assaggiare la bellezza di luoghi come New Orleans, violenta come la vendetta, San Diego con i suoi mitici surfisti, le Hawaii con le onde gigantesche e infine El Paso in Texas, al confine con il Messico, con i terribili e impietosi campi di detenzione voluti da Donald Trump. Ed è proprio nel romanzo finale, Lâultima cavalcata, che Winslow ci propone una violenta ribellione in nome di una giustizia e di unâumanitĂ non contemplate dalle leggi. Saranno gli occhi di una bambina rinchiusa in una gabbia a cancellare lâindifferenza di Cal, poliziotto di confine, e a fargli ottenere la sua totale redenzione. Una storia provocatoria che vuol essere anche un atto dâaccusa alle politiche dâimmigrazione degli Usa. Non câè mai nulla di scontato o di banale nelle parole di Winslow, che romanzo dopo romanzo ci porta, con il suo grandangolo, a indagare la condizione di un Paese trascurato, abbandonato a sĂŠ stesso, smarrito. Insomma, spezzato. Lâautore ha una sua ricchezza interiore che è un tuttâuno con le avventure di alcuni grandi protagonisti cinematografici: quando leggiamo Rapina sulla 101 ci appaiono Steve McQueen e lo splendido Getaway! mentre la continua sovrapposizione di crudeltĂ dal vero e gli effetti metaforici come potrebbero non richiamare Kill Bill di Quentin Tarantino? Eva McNabb, la poliziotta che lavora al centralino e chiede al figlio Jimmy di vendicare suo fratello poliziotto torturato e ucciso atrocemente, è davvero una sorta di Ultima cavalcata, che segna unâinfinitĂ di punti di contatto tra il primo e il sesto romanzo. Lâautore, certo, vuole ammonire sul momento particolare che vive oggi lâAmerica, ma la profonditĂ e la drammaturgia messe insieme in queste sei opere vanno al di lĂ di una riflessione politica ed entrano di diritto nelle pagine della letteratura dâOltreoceano.